In uno dei suoi libri più famosi “Le 5 ferite e come guarirle” Lise Bourbeau propone un sistema per fare pulizia delle vecchie ferite emotive vissute durante il periodo dell’infanzia.
Tutti noi siamo stati feriti, non certo intenzionalmente, da chi ci aveva in cura. Da bambini non siamo in grado di comprendere a pieno i comportamenti degli adulti (non ci riusciamo nemmeno da grandi molto spesso!) e per questo viviamo ogni cosa come fosso un torto verso la nostra persona.
Quando ti addentri nel percorso di crescita interiore e affronti il tema delle emozioni una delle prime cose che devi fare è imparare a non prendere nulla sul personale.
Anche se ti sembra che qualcuno voglia volontariamente ferirti e anche nel caso in cui ti venga dichiarato apertamente, ricordati che l’oggetto del torto non sei mai tu. Più grande è il dolore che chiunque di noi vive all’interno più forte è la necessità di trovare un capro espiatorio che diventi una sorta di baluardo della giustizia e che possa vendicare e sanare la nostra ferita interiore.
La logica giustifica i comportamenti di vendetta e ripicca, ma l’emotività non ne giova.
Quel bambino ferito continua a rivivere gli stessi dolori e la ferita non si rimargina mai.
Lise Bourbeau identifica 5 ferite principali, che se ti soffermi a riflettere sono, sfumatura più sfumatura meno, quelle che si ripetono più o meno sempre.
Esse sono RIFIUTO, ABBANDONO, TRADIMENTO, INGIUSTIZIA E UMILIAZIONE
Durante la nostra vita da “adulti” le viviamo in continuazione.
Ho messo adulti tra le virgolette perché in verità adulti non lo siamo fino a che non diventiamo consapevoli e responsabili delle nostre ferite interiori e non smettiamo di cercare capri espiatori all’esterno… come fanno i bambini!
Nel suo libro Lise Bourbeau propone una via per la guarigione: l’osservazione e l’accettazione. Nulla più.
Per poter curare una ferita è indispensabile, prima di tutto, osservarla e accettarla.
In termini pratici significa che se al lavoro i colleghi mi rifiutano, devo divenire consapevole che in verità sono io che mi sto sentendo così perché i colleghi toccano una mia ferita scoperta.
Il passaggio è la presa di responsabilità: “mi sono sentita rifiutata”.
Facciamo un gioco.
Immagina che un’amica con cui hai condiviso tante esperienze ad un certo punto smetta di cercarti e inizi a frequentare altre persone (che non ti vanno nemmeno tanto a genio) senza coinvolgerti più.
Come termineresti questa frase: “Questa mia amica mi ha….”
…“tradita” perché si relaziona con altri e non più con te?
…”abbandonata” perché da un momento all’altro ti ha lasciata sola?
…”rifiutata” visto che non cerca più la tua vicinanza e se la chiami tu è sfuggente?
…”umiliata” perché tu e le sue nuove amicizie non vi andate a genio?
…”trattata ingiustamente” perché questo a te non doveva proprio fa rlo?
Come vedi sono tutte valide e chiunque di noi potrebbe rispondere in modo differente.
Quindi qualsiasi sia l’emozione che tu utilizzi per completare quella frase non dipende dalla situazione ma da quale ferita è quella più viva dentro di te.
La cosa migliore è, dunque, riformulare la frase in modo diverso:
“In seguito al comportamento della mia amica mi sono sentita…. E’ il momento che io osservi questo dolore e lo accetti come parte di me”
Qui inizia la vera trasformazione alchemica delle tue memorie (parleremo di alchimia in un secondo momento).
Ed ecco quindi il tuo esercizio:
ogni volta che vivi un momento di dolore generato dalla relazione con qualcuno soffermati un istante ad ascoltare la tua emotività e chiediti “Come mi sto sentendo adesso? Quale ferita si sta risvegliando dentro di me?”
Tieni un diario per fissare sulla carta questi momenti di consapevolezza e fare chiarezza sulla ferita che più di tutte è attiva dentro di te.
E poi prova a disegnare la tua ferita come la vedi e ad abbellirla con dei fiori o dei cuori i quali rappresentano la cura che stai mettendo per sanarla. In questo caso mostrami la foto pubblicandola su instagram. Tagga @lucia_fisiocolore nella descrizione così potrò trovare la tu aimmagine.
Se poi leggerai il libro di Lise Bourbeau (lo trovi qui in basso) scoprirai che ad ogni ferita corrisponde una specifica conformazione fisica.
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