Non c’è nulla di anormale in questo, se non il fatto che ci siamo completamente dimenticati di tenerne conto.
Si sta creando un grande movimento negli ultimi anni sulla scoperta delle connessioni tra la mente e il corpo, tra le emozioni e la malattia o la guarigione. Anche il mondo scientifico sta recuperando questa consapevolezza che il genere umano possiede da secoli e anche di più.
E allora, visto che siamo tutti d’accordo su questo, oggi andiamo a scoprire i messaggi della schiena.
Ho suddiviso questa spiegazione sui 3 livelli, che ci portano verso una sempre maggiore profondità di comprensione dell’argomento.
È forte ed estremamente adattabile, ma non è invincibile.
Cervicalgia, dorsalgia, lombalgia, sciatalgia, disfunzioni sacro-iliache sono le problematiche più frequentemente diagnosticate e, se definirle è semplice, individuarne la causa non lo è altrettanto.
Solitamente di indagano questi elementi:
La nostra scienza medica è sintonizzata su questi elementi, più o meno, ma, abbiamo detto, noi siamo molto di più, quindi proviamo ad indagare qualche altro ambito.
“Ai giorni nostri metà delle nostre malattie derivano dal dimenticarsi del corpo facendo lavorare la mente oltre misura.”
LORD OWEN MEREDITH
Questo è il motivo per cui cerchiamo le risposte nei libri o nelle ricerche dei medici e ci fidiamo poco del nostro sentire. Quando riusciamo invece a lasciar perdere quello che dice la nostra mente (o che altri dicono ad essa) e lasciamo che sia il corpo e il nostro mondo interiore a parlare, cambia tutto.
Osserviamo, per esempio, la zona cervicale.
La cervicalgia, o dolore al tratto cervicale della colonna, insorge quando essa viene sottoposta ad un sovraccarico. Se la nostra postura è corretta e la testa è dritta il collo è perfettamente in grado di sopportare quei 4,5/5 kg di peso della testa.
Cercherò di spiegare ora alcune possibili connessioni tra posizioni del capo e stati interiori, ricordando che questi sono spunti, non regole fisse e vogliono rappresentare degli esempi di come poter osservare ed ascoltare se stessi.
1.CAPO IN AVANTI.
Il capo si sposta in avanti quando assecondiamola tendenza a voler portare sempre la testa prima del nostro corpo. Come se con i pensieri dovessimo arrivare prima del nostro sentire. In questo caso potremmo dire che la cervicalgia forse origina dall’avere un atteggiamento di costante preoccupazione per il nostro futuro. Proviamo allora ad indietreggiare con la testa, a riportare il capo sopra il corpo e non più avanti e con un bel respiro fermiamoci, nel presente, ora, qui.
Avete presente quando quello spazio tra le sopracciglia si corruga e si formano quelle due rughette antipatiche? Ecco, in quel momento i motori della mente sono al massimo del lavoro, i pensieri si stanno rincorrendo dentro la nostra testa, cerchiamo risposte, o soluzioni, spiegazioni o senso che la mente non trova. Allora continuiamo a scavare dentro i nostri pensieri e a ripeterli ossessivamente ricreando gli stessi circuiti nella speranza che portino da altre parti, invece finiscono sempre dentro gli stessi cassetti. Ti riconosci? Purtroppo quando questo accade non è soltanto la fronte a risentirne. La tensione si crea anche nella zona parietale, temporale e occipitale del cranio e tutti i muscoli che lo avvolgono iniziano a contrarsi. Il risultato è una forte emicrania e un possibile dolore alla zona occipitale. Proviamo in questi casi a dedicarci a qualche attività scacciapensieri, una forma d’arte, un hobby che ci appassiona, una passeggiata a cercare le erbette per il risotto. Qualcosa che impegni in maniera leggera la nostra mente e ci tenga lontani dai nostri loop.
3. SVALUTAZIONE DI TIPO INTELLETTUALE.
“non sono abbastanza intelligente”, “qui al lavoro non prendono in considerazione il mio pensiero, pare non sia mai all’altezza della situazione”, “ rispetto ai miei colleghi non conto nulla”. Avete presente quando eravamo bambini e i genitori ci sgridavano e noi abbassavamo la testa? Avviene anche in natura, gli animali abbassano il capo quando vogliono riconoscere la sottomissione. All’interno di un branco non c’è nulla di male. Ma cosa succede se questo atteggiamento si prolunga oltre misura nel nostro posto di lavoro o, peggio, ancora, si spalma nei diversi ambiti della nostra vita facendoci sentire inferiori in famiglia, tra gli amici, nello sport eccetera? Un capo flesso in avanti lo rende più pesante. Molti chili più pesante, come vedi dalla foto qui sotto. E questo è un presupposto molto interessante per una cervicalgia.
Allora proviamo a imparare a guardare le persone negli occhi, a tenere il capo in alto, a ricordarci che non esiste una scala di valori o di importanza assoluti, ma che ogni contesto ha le proprie gerarchie e il nostro valore interno non ha nulla a che fare con le cariche professionali. È una trasformazione profonda che non possiamo ridurre a poche righe ma forse, già accorgersi di questo atteggiamento posturale personale, potrebbe dare spazio ad una nuova consapevolezza.
4. PENSO E NON SENTO, DICO E NON FACCIO.
Il collo rappresenta il collegamento tra a testa e il cuore. Ogni elemento di collegamento funziona se di fatto, i due elementi collegati comunicano tra di loro, altrimenti che collegamento è? Non funziona e si inceppa. Se il cuore sente una cosa e tende a destra, ma la testa ne pensa un’altra e vuole andare verso sinistra, il collo poverino come fa? Si arriccia, si contorce, tira, forza, in qualche modo deve tenere i collegamenti. Si creano le tensioni.
Allo stesso modo se dico una cosa e ne faccio un’altra il mio corpo (il mio agire) andrà in una direzione, la mia testa (pensiero e parole) andranno in un’altra. L’assenza di coerenza interiore porta a sovraccaricare le strutture cervicali.
5. RIGIDITA’ DI PROSPETTIVE- RISTRETTEZZA MENTALE
Non è che ogni tanto ti incaponisci sulle cose e ti rifiuti di osservarle da un diverso punto di vista?
Non è che vai avanti con il paraocchi per la tua strada nonostante le persone, i segnali, gli eventi ti suggeriscano altro?
Se ogni volta che senti profondamente la spinta a considerare le cose diversamente tu ti rifiuti, si crea tensione fisica, strutturale. Non te ne accorgi, ma metti in tensione i muscoli del tuo collo per costringerti a rimanere fermo nella tua posizione. Non ha senso, è solo tanta energia impiegata male. E porta dolore.
Il tuo corpo ama così tanto la verità che se non la dici tu te la dice lui… con i sintomi!
Ho sempre associato questa zona del corpo alla frequenza del colore blu.
È un colore che aiuta ad andare in profondità, oltre le credenze che hai sempre avuto e gli schemi rigidi a cui hai sempre dato credito.
Attraverso l’osservazione presente dei tuoi atteggiamenti, come quelli sopra descritti, puoi renderti conto dei limiti che ti autoimponi e che ti impediscono di esprimere pienamente te stesso. La libertà del blu è questa. Non è fare ciò che ti pare quando ti pare, è esprimere ciò che sei in piena consapevolezza. Ti guida ad attraversare e trasformare le credenze e le memorie limitanti.
Il blu ti offre l’occasione di lavorare sulle tue incoerenze interiori, tra quello che senti, pensi, dici e, di conseguenza manifesti. Puoi scoprire di più sulla coerenza nei percorsi formativi dell’Ima Academy.
Quindi, se soffri di cervicalgia e vuoi aiutarti con le vibrazioni luminose ad entrare nel campo delle informazioni che ti servono per andare oltre la situazione, il BLU è la frequenza giusta. Vuoi sapere come utilizzare le frequenze del colore per andare OLTRE i tuoi disturbi fisici? Vai a Colora la tua Vita
E accetta un ultimo consiglio… LASCIA ANDARE un pochino. Molla la presa e il controllo mentale sulla tua vita. Lascia che la tua intelligenza profonda connessa all’intelligenza dell’universo ti guidi sapientemente.
Nel prossimo articolo affronteremo le dorsalgie.
Buona ricerca.