Parlo così tanto spesso della relazione tra il corpo e la mente che sarai stanca/o di sentirmi.
Lo dicevano gli antichi saggi “mens sana in corpore sano” e sappiamo che molte cose, anche se non tutte, appartenenti alla saggezza antica sono valide anche oggi.
Questo, in particolare, è uno dei miei mio mantra quotidiani, non solo perchè quando mi sento in armonia interiormente, il mio corpo è sano, ma anche perchè quando sto bene dentro ed esprimo amore al mio corpo tutte le circostanze e le situazioni intorno a me vibrano a quella frequenza di amore e apprezzamento.
E allora non vale la pena rimanere connessi a tutto questo?
Tuttavia, lo so, non è sempre facile.
L’esperienza personale parla a tutti noi.
Quando il corpo fisico soffre, la sofferenza si ripercuote anche sullo stato emotivo e sui pensieri. Una parte molto saggia di noi sa, poi, che è vero anche il contrario: quando il corpo sviluppa spontaneamente un dolore o un disturbo qualcosa interiormente ha iniziato a soffrire un po’ di tempo prima.
Dentro di noi esistono molte componenti che si condizionano tra di loro.
Nella geometria del colore mi riferisco ad esse con i colori rosso (corpo fisico), arancione (corpo emotivo), giallo (corpo mentale) corrispondenti ai primi tre chakra (cosa sono i chakra? Vai qui)
Quando uno di questi tre centri va in sofferenza si trascina dietro gli altri due, perché essi agiscono come un unico essere che vive in noi e che è in grado di prendere il sopravvento di tutta la nostra vita.
3 esempi per spiegarmi meglio:
1. Una parte del corpo fisico soffre per un trauma o un infortunio. Non possiamo più svolgere le nostre attività quotidiane e il nostro lavoro mettendo in difficoltà noi stessi e i nostri collaboratori. Nella mente si fanno spazio le preoccupazioni e iniziano a crearsi scenari apocalittici riguardanti gli effetti terribili della nostra forzata interruzione delle attività. Di conseguenza ci ritroviamo emotivamente insofferenti alla situazione, in ansia e turbati. È possibile perdere il sonno e diventare irritabili. Tutto ciò non aiuta il corpo fisico che avrebbe solamente bisogno di riposo e tranquillità mentre noi cerchiamo la guarigione in fretta ottenendo, in realtà, l’effetto opposto, perchè rientrando in anticipo nelle nostre routines trasciniamo i postumi anche per lungo tempo.
2. Un altro scenario è la fine di una relazione affettiva in cui si vive un profondo dolore interno e si riaprono ferite emotive come l’abbandono o il rifiuto. Questi stati emotivi, se non osservati e curati con amore possono generare ossessioni mentali, in cui il senso di colpa o il rancore inducono prima a rimuginare sui fatti passati come se fosse possibile, in qualche modo modificarli. E poi a somatizzare in disturbi fisici come un blocco lombare o l’infiammazione del fegato e, quindi, dolore al lato destro del torace.
3.Prendendo come origine invece il piano mentale di frequente osservo nelle persone estremamente impegnate a livello professionale, l’incapacità di staccare la mente dagli impegni e dalle preoccupazioni; questa si trasforma in stress e blocco respiratorio, provocando gastrite, difficoltà digestive e tensioni muscolari a vari livelli.
Ognuno di questi scenari assomiglia al cane che si morde la coda perché il meccanismo corpo-emozioni-mente si autoalimenta da solo.
È qui che entra in gioco la meditazione.
Quello che accade durante la meditazione è l’osservazione distaccata del momento presente con tutto quello che c’è.
Quando impariamo con l’allenamento a diventare osservatori dei pensieri, del corpo e delle emozioni, siamo in grado di uscire dal loop scatenato dentro questa triade per spostarci su uno degli altri piani (cuore, visione, connessione)
Da non dimenticare, in tutto questo, l’effetto potenziante a livello fisico della posizione assunta dal corpo. Essa è funzionale allo scorrere dell’energia interiore e allo stesso tempo rinforza la muscolatura paravertebrale, quella che sostiene la nostra colonna durante tutta la nostra giornata. Più teniamo in allenamento quei muscoli tanto più potremmo giovare della meditazione a livello fisico e tanto più i benefici di una muscolatura corretta si ripercuoteranno sulle nostre emozioni e sui nostri pensieri.
Insomma il cane continua a mordersi la coda ma questa volta a nostro beneficio!
Ho parlato di allenamento perché è proprio così che funziona. Non è sufficiente meditare un giorno e poi dimenticarsi di questa pratica per sempre. Affinché essa abbia degli effetti evidenti deve essere condotta con costanza proprio perché deve rinforzare in noi sia il corpo che la capacità di accorgerci dei pensieri e delle emozioni e uscire dal meccanismo. Se non siamo allenati a farlo essi vinceranno su di noi e ci porteranno dove vorranno loro. Il corpo e il mondo interiore vanno sempre insieme
Sai che secondo alcuno studi la meditazione è un modo efficaci per combattere il maldischiena e nel lungo termine?
Roger Chou, professore all’Oregon University che ha contribuito alle nuove linee guida dell’ACP, conferma che la lombalgia è determinata tanto da cause strutturali e anatomiche, quanto da fattori sociali, biologici e psicologici. Infatti chi soffre di depressione o è insoddisfatto col proprio lavoro tende ad avere maggiori dolori lombari.
Per questa ragione combinare l’allenamento fisico con un allenamento mentale alla calma, al focalizzarsi sul momento presente e alla consapevolezza del corpo, permette di uscire dai meccanismi emotivi generanti stress che non fanno altro che sfogarsi sul corpo fisico.
Ovviamente perchè qualsiasi allenamento funzioni deve essere condotto con costanza, ogni giorno, per un periodo di tempo sufficiente a far percepire le modifiche interne ed esterne.
Vuoi provare a meditare?
Vai alla mia Raccolta di Meditazioni cliccando QUI. Scorri l’indice e identifica le due meditazioni free, una nella sezione del rosso e una in quella del giallo. Quest’ultima in particolare ha proprio effetti nella tua postura!
Queste prime semplici meditazione ti aiuteranno a riconoscere i pensieri, a focalizzarti sul tuo corpo e sulle tue sensazioni.
Buona esperienza!
A presto!
Lucia